25 Ottobre 2024

Lattiero caseario, l’eterno conflitto

Gli attori della filiera non riescono a trovare un accordo sul prezzo del latte, con inevitabili ripercussioni sul comparto

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In Italia nel 2020 la produzione di latte ha superato i 12,65 milioni di tonnellate, con un +4,4% rispetto al 2019. 7% l’incremento registrato in Puglia. Un momento complesso per la zootecnia con il prezzo del latte sotto pressione da un lato e l’aumento dei costi dall’altro.

Nel Tacco d’Italia, lo scorso anno, il settore lattiero-caseario ha dovuto fare i conti dapprima con il blocco delle vendite causato dalle misure restrittive contro il Covid e poi con la chiusura del canale Horeca. Difficoltà non da poco alle quali si sono aggiunte altre problematiche come ci spiega il presidente dell’OP Cooperativa Parco Murgia Latte, Tommaso Giannico. “Attualmente sul mondo allevatoriale sta pesando tantissimo l’aumento delle materie prime e dei carburanti agricoli che si usano nell’allevamento. I costi sono abbastanza aumentati e in più c’è un ristretto guadagno. Il prezzo del latte è rimasto invariato e tutti i costi per acquistare le attrezzature, tutto il movimento aziendale è aumentato, però il nostro reddito si riduce al massimo e tanti allevatori non riescono a poter gestire il proprio allevamento”

Negli ultimi giorni ci sono rumors relativi alle tabelle qualità, di cosa si tratta?

“Il latte ha due parametri di pagamento, il prezzo base a cui va aggiunto un pagamento sulla qualità del prodotto. Questa tabella premia un po’ gli allevatori soprattutto quelli bravi. È una tabella che aiuta tanto il prezzo. Però questi giorni si sta sentendo in giro che qualche caseificio vorrebbe tentare di diminuire il valore di questa tabella di qualità, di abbassare i parametri. E questo è un danno per gli allevatori perché potrebbe abbassare un po’ il totale del prezzo del latte.”

© Foto: Puglia Verde

Il problema della remunerazione equa del latte era stato già denunciato, a gennaio, da alcune organizzazioni dei produttori

A essere segnalato nei mesi scorsi da alcune OP il mancato giusto pagamento del latte bovino alla stalla, per i mesi di marzo e aprile 2020, da parte di alcuni trasformatori che avevano beneficiato di un aiuto a fondo perduto grazie alla legge regionale n. 13/2020 che aveva previsto misure straordinarie di sostegno sia per gli allevatori che per i caseifici. Le organizzazioni dei produttori, visto il permanere della crisi di settore, avevano contestualmente chiesto alla Regione Puglia di attivarsi quanto prima per la convocazione di un Tavolo Latte e per nuove misure di sostegno alla filiera lattiero casearia. “La Regione Puglia per la zootecnia da latte non ha previsto nessun ristoro”, sottolinea Vito Laterza, responsabile amministrativo OP Cooperativa Parco Murgia Latte.

“Abbiamo avuto solamente dei ristori riguardo la cosiddetta misura ‘aiuta allevatori’ dell’anno 2020 che riguardava un milione di euro per gli allevatori e €800.000 per i trasformatori cosa che non è stata sufficiente a compensare le perdite, Il gap che si era creato nel lockdown.”

© Foto: Puglia Verde

Che cosa chiedete dunque?

“Alla Regione Puglia chiediamo maggiori ristori per il comparto zootecnico e soprattutto l’attivazione della Misura 21, la misura del PSR per le aziende in crisi le aziende in crisi. Tutti gli altri comparti ne hanno beneficiato. L’unico comparto che è rimasto fuori purtroppo è la zootecnia da latte e quindi fortemente chiediamo questa misura in modo tale che gli agricoltori abbiano gli allevatori, abbiano i giusti ristori.”

Nei prossimi giorni, riferiscono fonti regionali, dovrebbe essere convocato il gruppo ristretto promosso dal tavolo latte per valutare la bozza del documento tecnico di accordo di filiera.

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