È da poco iniziata la campagna olivicolo olearia 2022 2023. Un’annata che si preannuncia difficile: siccità e alte temperature hanno avuto importanti ripercussioni sul ciclo vitale delle piante. A completare un quadro complesso, il generale aumento dei costi di produzione. “Le olive sono poche, scarse, quindi abbiamo una riduzione del 50% nei confronti dell’annata scorsa 2021-2022. Quindi diciamo che l’anno scorso era un’annata di piena quest’anno è una annata di scarica”. A tracciare il quadro della situazione è Pasquale Mastandrea, presidente dell’Oleificio Cooperativo “Cima Di Bitonto”.
Per quello che invece concerne la mosca olearia che cosa sta accadendo?
“La zona mare è stata colpita abbastanza però nelle altre zone interne sinceramente non abbiamo problemi. La qualità è ottima e solo come ho detto prima, la produzione non è tanta”.
In Puglia, regina a livello nazionale per la produzione di olio, si è registrato un calo pari al 43% nel periodo che va dal biennio 2006-2007 al 2020-2021, cosi come nel resto d’ Italia, secondo quanto emerso dal rapporto annuale sull’economia della Puglia della Banca d’Italia. Xylella, ma non solo. A pesare sul settore, fattori di natura strutturale.
Quali sono i principali aumenti dei costi che ha potuto verificare su tutta la filiera?
“Dall’inizio del 2022 ci sono stati dei rincari non spiegabili perché i concimi sono triplicati, poi il fattore gasolio che noi pagavamo a 70 centesimi, lo abbiamo pagato 1.40, 1.50 euro. Ci sono stati dei rincari molto alti anche se la guerra (ndr conflitto russo-ucriano) quando c’è stato il momento dei concimi non era ancora iniziata, quindi non mi spiego questi aumenti. Poi nella trasformazione ci sono rincari sull’energia, quindi tutto il problema di energia e quindi i frantoi che consumano tanta energia, le bollette che sono schizzate il doppio”.
Le preoccupazioni dei produttori potrebbero determinare un nuovo corso per il futuro del settore. Sulle scelte pesano i rincari energetici registrati negli ultimi mesi
“Io mi riferisco alla bolletta che è arrivata il mese di luglio-agosto. Noi abbiamo un pozzo artesiano e assorbe anche corrente. L’anno scorso 2021 avevamo la bolletta di 4.500 euro invece quest’anno abbiamo avuto 11.000 euro: quindi c’è più del doppio delle spese di energia. Immagino ora che iniziamo a molire le olive dato che i frantoi assorbono tanta energia, non so come andranno a definire le cose”.
Qual è il sentimento che raccoglie tra i soci di questa cooperativa? C’è preoccupazione per il futuro?
“Ma certo, io penso che abbiamo tutti una preoccupazione perché alla fine alla luce dell’andamento tutti i produttori sono preoccupati perché devono investire per il prossimo anno, cioè fare lavori per il prossimo anno e quest’anno hanno una campagna di scarica. Certamente i produttori sono tutti preoccupati anche perché io dico sempre una cosa, questa è una cosa personale, prima si andava con entusiasmo in campagna ma ora andiamo a malincuore, non c’è quella soddisfazione di andarci, ci andiamo perché è il nostro lavoro e ci teniamo alla nostra natura e ai nostri alberi”.
Una filiera, quella olivicolo olearia, da difendere e tutelare. E proprio contro l’abbandono degli uliveti, domenica 30 ottobre torna anche in Puglia la Giornata nazionale della Camminata tra gli olivi – promossa dall’Associazione Città dell’Olio. Un abbraccio collettivo per manifestare con un atto dal grande valore simbolico l’amore verso una pianta, l’olivo, cara a tutti i popoli del mediterraneo.