30 Gennaio 2025

Xylella Fastidiosa e scienza

Nella lotta alla fitopatia centrale è stato il ruolo della ricerca, a partire dal CNR, che a 10 anni dalla scoperta del batterio ha organizzato un dibattito per fare il punto della situazione

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Dall’individuazione sugli olivi pugliesi, avvenuta nel 2013, il batterio ha colpito milioni di piante. Un flagello che vede nella scienza la possibilità concreta di trovare soluzioni mirate al contenimento della sua diffusione per arrivare alla convivenza delle attività olivicole e agricole più in generale nelle aree infette. Tra i diversi istituti ed enti di ricerca sin da subito attivatisi nello studio del patogeno, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che nell’ambito degli eventi organizzati per il centenario dalla fondazione, ha realizzato un incontro presso il Politecnico di Bari. “Noi stiamo registrando fortunatamente un significativo rallentamento dell’ulteriore diffusione verso nord e per questo ci sono probabilmente più fattori che concorrono a questo fenomeno – ha affermato ai nostri microfoni Donato Boscia, responsabile  IPSP-CNR Bari –  C’è intanto un fattore climatico perché c’è un microclima che è leggermente meno ottimale per il batterio rispetto a quello del Salento, ma soprattutto siamo arrivati in una zona dove c’è una tradizione alla conduzione dei terreni più attenta alla pulizia del terreno stesso. Ultimo ma non per importanza c’è un altro fattore di cui non siamo in grado di quantificare di quanto vada a incidere ma sicuramente contribuisce– conclude Boscia – che è anche una oggettiva migliore e più tempestiva applicazione e organizzazione delle misure di contenimento messe a punto dal servizio fitosanitario”.

Fondamentale per affrontare l’epidemia risulta la collaborazione tra i diversi istituti impegnati nella lotta alla diffusione del batterio. “Abbiamo pubblicato un lavoro nel quale dimostriamo che il nostro dispositivo può lavorare meglio, in maniera più sensibile, rispetto alle tecnologie che vengono utilizzate come la realtime PCR – ha affermato Luisa Torsi, docente del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari –  E grazie a questo ci è stato finanziato un progetto del Ministero dell’Agricoltura in collaborazione con l’Istituto di Protezione Sostenibile delle Piante del CNR e con l’Istituto Agronomico Mediterraneo”.

Tra gli enti in prima linea, il CIHEAM Bari: “In questi giorni saranno avviati diversi progetti di ricerca finanziati dal Ministero dell’Agricoltura a molti enti pugliesi – ha affermato Maurizio Raeli, Direttore Ciheam Bari – questo ci darà ulteriore ossigeno per poter promuovere nuove iniziative di ricerca per cercare di debellare questo enorme problema che viviamo sulla nostra pelle, nella nostra Regione.

© Foto: Puglia Verde

L’evento, compreso nelle celebrazioni del Centenario del Cnr, ha permesso di approfondire il contributo del mondo scientifico per affrontare l’epidemia che ha colpito il settore olivicolo in Puglia

Un confronto costante, quello a cui sono chiamati tutti gli attori a vario titolo coinvolti, per provare ad arginare l’avanzata del patogeno che minaccia l’inestimabile patrimonio olivicolo regionale. “Abbiamo finanziato delle linee di ricerca proprio finalizzate ad approfondire i lavori sul miglioramento genetico – le parole di Giuseppe Blasi, capo Dipartimento MASAF – per capire se ci sono altre varietà che possono essere utilizzate e capire come il fenomeno Xylella si muove , si riproduce, quindi a indagare sia sul batterio sia sull’insetto che è responsabile della sua diffusione”.

Per la prima volta, la Regione Puglia ha messo in atto un piano d’azione per contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa pluriennale: “Con questo piano pluriennale – ha affermato Gianluca Nardone, Direttore Dipartimento Agricoltura Regione Puglia – intendiamo soprattutto favorire w facilitare le azioni di contenimento della Xylella, quindi il piano di monitoraggio che debba sostanzialmente tendere a far risaltare i focolai il prima possibile”.

© Foto: Puglia Verde

Una questione complessa sulla quale non bisogna abbassare la guardia. “È fondamentale mantenere elevato lo stato di attenzione anche perché questi segnali incoraggianti come il rallentamento della diffusione di cui parlavo prima, sono conseguenza di una migliore azione di controllo del vettore e del batterio – ha concluso Donato Boscia –  E questa è la dimostrazione che bisogna proprio insistere su questa strada e migliorarla”.

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