2 Febbraio 2025

Agricoltura, battaglie commerciali e furore ideologico

Ai danni legati all’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia, si aggiungono discutibili scelte dell’Europa

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Sono stati giorni difficili quelli trascorsi nelle ultime due settimane. Abbiamo, credo, tutti vissuto momenti di grande apprensione nel vedere le campagne, completamente inondate, di agricoltori e allevatori che in poche ore hanno perso il frutto di anni di lavoro. Anche in Puglia, con le dovute rispettose differenze rispetto a quanto accaduto in Emilia-Romagna, il maltempo, nel mese di maggio, ha lasciato delle ferite profonde, danneggiando duramente le campagne. Quasi azzerata la produzione di ciliegie primizie Bigarreau e dimezzato – secondo Coldiretti – per effetto delle bombe d’acqua che hanno allagato i campi, il foraggio destinato ad alimentare gli animali nelle stalle.

Tutto questo in un contesto in cui le principali filiere produttive erano già in grave difficoltà per una serie di fattori, a partire dalla contrazione dei prezzi dei prodotti agricoli sino all’aumento dei costi di produzione. Inevitabile, allora, il montare della protesta che ha fatto da contraltare ai campi allagati, alla grandine, al ghiaccio e ai venti di burrasca, con agricoltori e allevatori che sono scesi in strada a protestare – sostenuti dalle organizzazioni di categoria – per i motivi più svariati a cominciare dalla gestione della risorsa idrica e dal suo costo. Una denuncia corretta, che necessita sicuramente di soluzioni, anche rapide, ma che non tocca – a mio modo di vedere – una problematica ancora più grande, strutturale, che si sta manifestando in modo strisciante negli ultimi mesi e che riguarda le scelte dell’Europa.

© Foto: Puglia Verde

Alla sostenibilità ambientale ambita dall’Europa non corrisponde quella economica e sociale. Battaglie commerciali mascherate dal furore ideologico

Prima hanno preteso che i nostri viticoltori scoraggiassero i consumatori apponendo sulle etichette delle bottiglie degli avvertimenti come quelli che si leggono sui pacchetti di sigarette, poi hanno autorizzato l’immissione sul mercato dei grilli in polvere come nuovo alimento e avviato una valutazione scientifica riguardante la carne coltivata e il cibo sintetico; quindi, non contenti, hanno presentato una proposta di regolamento sugli imballaggi che potrebbe cancellare l’insalata in busta, i pomodorini e le fragole dagli scaffali dei nostri supermercati e come se non bastasse continuano a insistere nel voler trattare gli allevamenti di bovini al pari delle industrie inquinanti, presentando in aggiunta un pacchetto sulla pesca sostenibile che prevede una progressiva rinuncia della pesca a strascico entro il 2030 nelle aree marine protette.

© Foto: Puglia Verde

Tutti noi, credo, condividiamo la priorità che la Commissione Europea sta assegnando alla transizione ecologica. Ciò che non è condivisibile è il furore ideologico che viene utilizzato per affrontare le diverse questioni … Viva la sostenibilità ambientale ma è indubbio che la stessa non può viaggiare senza una sostenibilità sociale ed economica. Perché la difesa dell’ambiente non può ricadere sulle spalle di famiglie e lavoratori, né su quelle delle imprese, molte delle quali stanno da tempo dimostrando grande sensibilità su questo tema con appositi investimenti. Si proceda dunque sulla strada green, ma guardando con realismo al punto di partenza e con oculatezza all’obiettivo da raggiungere. E magari la smettano di prenderci in giro, nascondendo agli occhi di tutti la battaglia in corso in Europa attorno al settore agroalimentare: una battaglia di natura prettamente commerciale, mascherata da lodevoli tentativi di tutelare la salute dell’ambiente e dei consumatori, combattuta in realtà per provare a favorire alcuni prodotti e alcune aree produttive a scapito di altre.

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