29 Dicembre 2024

Un patto etico per l’olivicoltura italiana

La filiera unita contro le speculazioni di mercato a danno del settore, in un’annata favorevole in Puglia per la produzione di olio

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Produttori, frantoiani, trasformatori e industriali insieme per sostenere l’olivicoltura italiana e chiedere al Governo la giusta attenzione. Siglato un patto etico sociale per valorizzare l’olio extravergine di oliva, ma anche di trasparenza nei confronti dei consumatori. È l’iniziativa lanciata da CIA Agricoltori Italiani di Puglia, Italia Olivicola, AIFO (Associazione Italiana Frantoiani Oleari), AFP (Associazione dei Frantoiani di Puglia), Consorzio Oliveti d’Italia, FOI (Filiera Olivicolo Olearia Italiana), FIOQ (Frantoiani Italiani Olio di Qualità), UNAPOL (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli), ASSITOL (Associazione Italiana dell’Industria Olearia).

© Foto: Puglia Verde

In Puglia, riferiscono i firmatari, si concentrano i 2/3 dell’intera produzione italiana di olio attesa per questa campagna

Associazioni e organizzazioni firmatarie del patto fanno leva su “un gioco di squadra, per respingere – si legge nel comunicato – ogni tentativo di speculazione di ribasso sul prezzo di mercato, difendendo l’eccellente produzione pugliese che, in questa campagna, per qualità e quantità, di fatto rappresenta quasi la totalità dell’intera produzione italiana”. Obiettivo, dunque, è quello di “creare un sistema coeso di rappresentanza del settore, che contrasti strani fenomeni sperequativi, guardando con attenzione alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’intera filiera con un unico scopo: l’equa distribuzione reddituale all’interno della catena valoriale della filiera tra produttori, frantoiani, trasformatori e industriali”.
 

Insieme” – si legge ancora nel comunicato congiunto – “vogliamo lavorare sinergicamente per valorizzare l’olio extravergine. Una sinergia che ha come obiettivo prioritario un giusto ed equo riconoscimento, anche in termini di prezzo, del lavoro di migliaia di produttori olivicoli, di frantoiani, di trasformatori e industriali, che per troppo tempo sono stati tenuti in sacco da speculazioni e operazioni di cartello. La campagna 2023/2024 rappresenta una annata di svolta e non può ammettere errori per l’olio di qualità italiano e soprattutto per le politiche pubbliche di promozione del settore, che devono essere coerenti e trasparenti, con il Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare che deve svolgere un ruolo di tutela e valorizzazione, favorendo il giusto valore aggiunto all’intera filiera olivicola-olearia e riposizionando l’olivicoltura italiana a primati mondiali”.

Occorre, inoltre, secondo le associazioni, bloccare la deriva delle vendite promozionali al ribasso, “caratterizzate in molti casi da olio di dubbia provenienza messo sugli scaffali come olio extravergine di oliva”. Ma, soprattutto, valorizzare l’olio extravergine con una grande campagna di promozione. Una campagna che, anche attraverso il Ministero della Salute, faccia conoscere, in un patto di trasparente alleanza strategica con i consumatori, i benefici delle proprietà nutraceutiche e della qualità dell’olio extravergine italiano. “Un olio extravergine italiano che deve essere considerato come un investimento salutare spalmato nell’arco di un intero anno”. Ai consumatori finali, si chiede, invece, un Patto di Lealtà e Trasparenza al Consumo, per sostenere l’intera Filiera Olivicolo-Olearia.

 

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