25 Ottobre 2024

Primi sintomi di stress idrico anche in Puglia

Negli invasi del Tavoliere, 37 milioni di metri cubi di acqua in meno. E' quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sulle risorse idriche di ANBI, l’Associazione nazionale dei Consorzi di bonifica

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Sono 37 i milioni di metri cubi d’acqua in meno negli invasi del Tavoliere, rispetto allo scorso anno. I primi sintomi di stress idrico si registrano anche in Puglia, dove cambia la condizione idrica, finora largamente sufficiente. Sono alcuni dei dati rilevati dall’Osservatorio sulle risorse idriche di ANBI, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.

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© Foto: Puglia Verde

Il 2024 è iniziato in un clima di instabilità atmosferica lungo la Penisola ma a gennaio è già crisi idrica in alcune regioni

I corpi idrici godono ancora di buona salute, ma il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche già alla fine di dicembre segnalava come, soprattutto sull’Italia centro-meridionale, stessero emergendo i primi sintomi di stress idrico. Una emergenza avvertita maggiormente in alcune regioni del Sud Italia, dove le cumulate di pioggia sono state più modeste e gli incrementi di portata fluviale risultano molto più contenuti.

Nei bacini lucani – rileva ANBI – l’acqua trattenuta dalle dighe è assai inferiore all’anno scorso, con 93,28 milioni di metri cubi in meno. Il deficit è più contenuto, ma ugualmente importante, negli invasi pugliesi del Tavoliere. Qui, secondo i dati dell’Osservatorio sulle risorse idriche, nonostante un incremento superiore ad 1 milione di metri cubi a dicembre, i volumi invasati restano inferiori al 2022. Mancano attualmente 37,21 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

© Foto: Puglia Verde

Manutenzione idraulica, infrastrutture, innovazione, sostenibilità: – commenta in una nota Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – devono essere queste, le direttrici per lo sviluppo di un’Italia, che voglia essere padrona del proprio destino di fronte all’incertezza del quadro climatico.”

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