Da rifiuto a risorsa, le acque reflue diventano un alleato strategico dell’agricoltura, contribuendo a ridurre il rischio di crisi idriche. Varati in Puglia i primi due Piani di gestione per il riutilizzo delle acque, basati sulla previsione e prevenzione dei rischi, previsti dalla normativa europea entrata in vigore a giugno scorso. Sono quelli predisposti da Acquedotto Pugliese per i depuratori di Corsano, nel Salento, e di Fasano-Forcatelle, in provincia di Brindisi.
I due impianti di affinamento, adeguati alla normativa UE, forniscono acque per l’irrigazione di varie produzioni agricole, dagli ortaggi agli uliveti
Varati in tempi da record e con un innovativo approccio quali-quantitativo, si legge in una nota della società, i due Piani di gestione saranno seguiti, entro giugno 2024, da quelli per gli altri quattro depuratori di AQP per usi irrigui. Si tratta degli impianti di Castellana Grotte e Acquaviva delle Fonti, nel Barese, di Ostuni, in provincia di Brindisi e Gallipoli, in provincia di Lecce. Forniranno, in totale, di circa 600mila metri cubi di acqua l’anno per l’agricoltura.
“Il varo dei due Piani – spiega Francesca Portincasa, direttrice generale di AQP – conferma che la Puglia è all’avanguardia nella depurazione. Il riuso è fondamentale contro siccità e scarsità idrica. Gestiamo 185 impianti nell’ATO più esteso d’Italia con livelli di efficienza ed efficacia che ci consentono di recuperare un’acqua ottima per l’agricoltura. Fra questi, 15 impianti sono già adeguati all’utilizzo di acqua affinata per usi irrigui ed entro il 2027 lo saranno altri 42. Sommati ai 6 già in esercizio, in pochi anni avremo 63 depuratori dotati di impianti di affinamento, oltre un terzo del totale. Più acqua depurata buona diamo all’agricoltura, meno prelievo ci sarà dagli invasi per usi irrigui. Tutto questo andrà a vantaggio del potabile e ridurrà i rischi di crisi idriche”.
I Piani di gestione per il riutilizzo delle acque sono previsti dal Regolamento UE 741/2020 e sono stati inoltre recepiti e resi urgenti dal decreto Siccità, convertito nella Legge n. 68 del 13 giugno 2023
La nuova normativa semplifica e promuove la possibilità di riuso delle acque trattate e si fonda sull’approccio della valutazione e gestione del rischio. “Abbiamo incrociato la valutazione qualitativa sui rischi richiesta dalla normativa – aggiunge il direttore Laboratori e controllo igienico sanitario di AQP, Pier Paolo Abis – a una quantitativa basata sulla qualità delle acque negli ultimi tre anni. Questo metodo quali-quantitativo dà ancora più efficacia al nostro Piano poiché, attraverso l’analisi statistica, incrementa l’azione di previsione e prevenzione”.
Oltre al riuso dell’acqua depurata in agricoltura, AQP è impegnato nel ciclo dei fanghi. La quasi totalità di quelli prodotti dai 185 depuratori gestiti finisce in impianti di compostaggio per ritornare quindi all’agricoltura.