25 Ottobre 2024

La Peranzana verso il riconoscimento della DOP Oliva “Alta Daunia”

La richiesta inviata al MASAF e alla Regione Puglia dal Consorzio Alta Daunia Peranzana. Sono 5 i comuni della provincia di Foggia in cui si produce

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Prosegue l’iter per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta Oliva “Alta Daunia” per l’oliva da tavola Peranzana. La Regione Puglia, come prevede la normativa, ha disposto negli scorsi giorni la pubblicazione di un avviso contenente notizia della presentazione della domanda di registrazione da parte del Consorzio Alta Daunia Peranzana, che conta una cinquantina di aziende associate, fra produttori, trasformatori e confezionatori. La richiesta è stata già presentata al MASAF alla fine di dicembre del 2023, come ci riferisce il consorzio.

© Foto: Consorzio Alta Daunia Peranzana

La zona di coltivazione e produzione delle olive per cui si chiede il riconoscimento della DOP comprende 5 comuni della provincia di Foggia

Si tratta di San Paolo di Civitate, Apricena, Torremaggiore, San Severo e Lucera. In questa zona, come si legge nel Disciplinare di Produzione della DOP allegato alla domanda, l’olivicoltura, esclusivamente basata sulla coltivazione della varietà «Peranzana», che si è adattata perfettamente alle condizioni pedologiche e climatiche della zona di coltivazione dell’Alta Daunia, al di fuori della quale non presenta nessuna diffusione. Peculiare anche la forma di allevamento delle piante, cosiddetta a “vaso sanseverese”, che garantisce una maggiore protezione dai venti e dalle gelate.

Eppure la varietà Peranzana non è originaria della Puglia. Fu portata dalla Provenza, dove oggi non si coltiva più, dalla famiglia dei Di Sangro, Duchi di Torremaggiore e Principi di San Severo, e messa a dimora nei possedimenti familiari. Questo spiegherebbe anche la denominazione dell’oliva, una modifica dialettale del nome “Provenzana o ‘Provenzale’.

© Foto: Consorzio Alta Daunia Peranzana

A rendere particolarmente apprezzata la Peranzana sono soprattutto il sapore, fresco ed erbaceo, con evidenti note di carciofo e di pomodoro acerbo, e il metodo naturale di produzione. “Il processo di trasformazione – spiega ai microfoni di Puglia Verde il direttore del Consorzio Alta Daunia Peranzana, l’agronomo Nazario D’Errico – avviene in salamoia, senza nessun tipo di additivo chimico o soda. La fermentazione dura tra gli 8 e 10 mesi. La polpa dell’oliva è soda e il nocciolo si stacca facilmente. Inoltre, si può conservare a lungo.

Caratteristiche di sensorialità complessa che hanno contribuito a far crescere la richiesta del mercato, anche estero, negli ultimi 10 anni. “Iniziamo ad avere sempre più richieste – conferma D’Errico. – Piccole quantità sono state inviate anche in Francia, Inghilterra, Germania e America. Il trend è in crescita. Puntiamo molto al riconoscimento del marchio europeo, che può dare la spinta sui mercati internazionali.

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