Saranno soprattutto i più giovani a essere coinvolti nella coltivazione degli orti, diventando, così, protagonisti del rinnovamento del paesaggio e del recupero di spazi abbandonati. Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Puglia, la proposta di legge “Orti di Puglia. Disposizioni in materia di orti urbani, collettivi, didattici e socio-terapeutici”, a prima firma del consigliere regionale Cristian Casili. Lo scopo non è solo quello di aumentare la sensibilità di enti, produttori e cittadini, sul tema della sostenibilità alimentare e ambientale. L’iniziativa punta, infatti, anche a valorizzare le produzioni tipiche e locali e a favorire occasioni di socializzazione ed inclusione sociale per le fasce di cittadini più deboli.
La legge ‘Orti di Puglia’ è volta a favorire la nascita di orti urbani, collettivi, didattici e socio-terapeutici
Toccherà ai Comuni individuare le aree destinate a ospitare gli orti urbani, prediligendo quelle residuali tra una costruzione e l’altra, spesso abbandonate al degrado. Spazi incolti e abbandonati sui quali operare una vera e propria ‘microrigenerazione urbana diffusa’ che non solo riqualifichi le periferie e migliori la qualità paesaggistica, ma contribuisca a mitigare i rischi di dissesto idrogeologico e di incendi.
Non solo semplici cittadini verranno coinvolti nella coltivazione di questi orti, ma anche associazioni senza scopi di lucro, scuole, enti che si occupano di riabilitazione di persone con disabilità di tipo fisico, psichico e sociale e dell’integrazione di persone o gruppi svantaggiati. Saranno, insomma, aree in cui coltivare frutta, verdura, fiori e piante aromatiche, ma anche buone relazioni, inclusione e integrazione, e trasmettere saperi e tradizioni da una generazione all’altra. Contribuendo, in questo modo, a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. I progetti proposti, infatti, dovranno prevedere l’applicazione di tecniche di agricoltura sostenibile e contemplare iniziative formative e informative su questi temi.
La legge, inoltre, prevede progetti per gli orti didattici, rivolti alle scuole, e da realizzare su aree verdi situate all’interno dei plessi scolastici, o gestite tramite convenzione, anche con la collaborazione delle famiglie e delle associazioni locali. Attraverso gli orti socio – terapeutici, invece, si punta al recupero sociale o alla riabilitazione psichica e fisica delle persone con disagi o disabilità o che abbiano avuto storie di marginalità o svantaggio.
Per semplificare l’iter burocratico verranno trasferite direttamente ai Comuni le risorse regionali per l’assegnazione dei contributi ai progetti presentati.