Caldo anomalo e siccità rischiano di produrre non pochi danni alle produzioni agricole pugliesi, con le colture ingannate dalle alte temperature e rese ancora più sensibili al maltempo e al previsto abbassamento della colonnina di mercurio. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, secondo cui la “finta primavera” con le temperature ben al di sopra della norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo stanno ingannando anche le api in Puglia, “che si sono risvegliate in anticipo per le anomalie climatiche”, mentre i mandorli sono già in fiore. La carenza idrica, inoltre, sta determinando un calo drastico di foraggio verde nei pascoli, con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle.
Lo stress idrico sta causando problemi ai legumi e alle piantine di grano, soprattutto nella provincia di Foggia
A confermarlo, ai microfoni di Puglia Verde, è Domenico De Marinis, imprenditore agricolo di Minervino Murge. “La mancanza di pioggia sta danneggiando soprattutto chi ha seminato in ritardo, a causa dell’aridità del terreno che ne ha reso difficile la lavorazione. Ma a rischio sarebbe almeno il 50% delle produzioni anche nel foggiano, dove sono mesi in anticipo rispetto alla zona del barese e le piante sono già in stress idrico.” Sulla Murgia, se la situazione meteo non cambia, a essere danneggiati potrebbero essere non solo i raccolti di grano ma anche i legumi. Le piantine, tra l’altro, a seconda del grado di maturazione, potrebbero subire un forte impatto dall’improvviso abbassamento della colonnina di mercurio.
“Il clima è impazzito, lo stiamo vedendo in questi giorni, con le temperature che, nella nostra zona, hanno raggiunto i 17-18°”, continua De Marinis. “Solo le piogge potrebbero riparare i danni, ma in quantità tale da consentire alle piante di riprendersi. Sperando che non torni il freddo a marzo.” A peggiorare le cose per gli imprenditori del settore, ci sarebbero, poi, gli alti costi di produzione e le importazioni dall’estero. “Per produrre un ettaro di grano, – spiega De Marinis – occorrono da 1000 a 1200 euro ad ettaro. Il grano si vende oggi a 36 centesimi al chilo, mentre un chilo di pane si vende al pubblico a circa 4 euro al chilo. Dalla produzione alla trasformazione il margine è troppo alto”.
Il deficit di pioggia e la previsione di un abbassamento delle temperature, potrebbero provocare problemi anche all’apicoltura. Con le temperature più miti aumenta la covata negli alveari, spiega ai nostri microfoni Francesco Colafemmina, apicoltore di Acquaviva delle Fonti. Se si dovesse verificare una gelata di giorno, si rischierebbe di perdere una parte della covata, generando tutta una serie di altre problematiche all’alveare.
“Per il momento siamo in una situazione di normalità”, dichiara Colafemmina. “Sicuramente rispetto ad altre annate stiamo avendo un clima più mite, ma solitamente c’è un riequilibrio nella natura.” Riequilibrio che le piogge potrebbero portare nelle prossime settimane, anche se per le api resta il problema legato, secondo l’imprenditore apistico, più alla qualità dei pascoli, cioè all’inquinamento, che all’elemento climatico.