Siccità, impennata dei costi di produzione, manodopera introvabile, crollo dei prezzi in campagna. Annata da dimenticare per le clementine, prima svendute e ora finite al macero, con gli agricoltori che stanno potando gli agrumeti senza più neppure raccoglierle. La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, che chiede l’immediata attivazione del tavolo regionale di crisi per il settore agrumicolo della provincia di Taranto.
Sempre più pesante è l’impatto del cambiamento climatico sulla coltivazione degli agrumi, condizionata da caldo e siccità
A confermarlo ai microfoni di Puglia Verde è Carlo Montanaro, imprenditore agricolo di Massafra. Forti ondate di calore, temperature miti anche in inverno e lunghi periodi di carenza idrica, hanno stressato le piante, inficiandone la produttività e inibendo la crescita dei frutti, che hanno mantenuto un calibro inferiore rispetto a quello che il mercato richiede. “E anche lì dove il prodotto è richiesto, nelle piccole nicchie di ingrosso – spiega Montanaro – i costi troppo alti per sostenerne la raccolta hanno indotto molti produttori a lasciare le clementine sugli alberi. A questo si aggiunge anche il forte aumento dei costi energetici sostenuti dalle aziende per l’irrigazione, che si è protratta fino a dicembre senza sosta.”
La campagna di raccolta, commercializzazione e vendita “ha avuto punti critici, dovuti all’elemento climatico”, aggiunge Montanaro. “Però, dove c’era un prodotto di qualità il mercato ha risposto bene e, anche in questi giorni, quando siamo ormai alle battute finali, si sta vendendo bene. Il problema riguarda, piuttosto, la riduzione della percentuale di prodotto di qualità, con il clima che sta diventando una variabile sempre più seria in agricoltura.” Per raggiungere un adeguato livello qualitativo, infatti, il produttore è costretto a compiere importanti investimenti e non tutte le aziende dispongono di risorse economiche adeguate. “Anche in futuro – conclude Montanaro – per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico, saranno sempre più necessari mezzi tecnici e investimenti che, purtroppo, costano, ma fanno la differenza sulla qualità del prodotto.”