Non serviranno informazioni aggiuntive da riportare sulle bottiglie e la parola “ingredienti” non dovrà essere tradotta, va bene anche la sola lingua del produttore. I chiarimenti sulle norme da rispettare nell’etichettatura dei vini arrivano direttamente dall’Europa con la risposta, messa nero su bianco, del Commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, alle richieste del presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Norbert Lins.
Anche in Italia tutti i vini imbottigliati a partire dall’8 marzo 2024 dovranno essere etichettati secondo le nuove norme Ue
Il Regolamento europeo n.2021/2117 sull’OCM vino, infatti, dispone che venga riportato sulle etichette l’elenco degli ingredienti, anche tramite Qr code, segnalando l’eventuale presenza di allergeni, e la dichiarazione nutrizionale. Tuttavia le linee guida pubblicate dalla UE lo scorso novembre hanno generato non poca confusione sull’interpretazione della norma, con il rischio di mandare al macero milioni di etichette già prodotte. Per questo il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, lo scorso 8 marzo, ha firmato il decreto che consente alle imprese vitivinicole italiane di continuare a utilizzare le etichette già stampate prima dell’adozione del nuovo regolamento europeo, fino al prossimo 30 giugno.
Adesso arriva anche la rassicurazione da Strasburgo: “Finalmente – commenta l’eurodeputato Paolo De Castro, membro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo – un atto di buon senso da parte della Commissione, che dopo l’alzata di scudi delle scorse settimane da parte del nostro settore produttivo, ha finalmente chiarito come la dicitura ‘ingredienti’ sulle future etichette non debba essere tradotta, e che né gli Stati membri, né i distributori potranno chiedere di aggiungere la dicitura ‘informazioni nutrizionali’ al codice QR apposto sul retro delle bottiglie”.
“Non potevamo accettare che tonnellate di etichette stampate andassero macero senza alcuna responsabilità da parte dei viticoltori”, spiega De Castro, ricordando la posizione e il lavoro portato avanti dal Parlamento per trovare soluzioni concrete al problema.