25 Ottobre 2024

Cerealicoltura in Puglia, un comparto al collasso

A denunciare la grave situazione per uno dei settori rappresentativi dell’agricoltura regionale è Cia Agricoltori Italiani di Puglia

Più visti

00:47:55
00:59:54
00:48:49

Da campi di grano a distese di erba. È quanto sta rilevando CIA Agricoltori Italiani di Puglia sia in provincia di Foggia che nella BAT e nella Murgia barese. Secondo l’organizzazione di categoria, come si legge in un comunicato stampa, col valore del grano duro italiano che ha toccato il punto più basso degli ultimi quattro anni, molti cerealicoltori pugliesi stanno iniziando a offrire i propri terreni in fitto per destinarli a foraggio. Negli ultimi tre anni, sottolinea CIA Puglia, è stato registrato un calo produttivo del 30%. E se il 2023 è stato archiviato come un annus horribilis per la cerealicoltura, il 2024 rischia di essere peggiore a causa dell’aumento delle importazioni di grano duro dall’estero.

© Foto: Puglia Verde

Il raccolto è diminuito in termini quantitativi, a causa della siccità, ma è tra i migliori degli ultimi dieci anni sia in termini di peso specifico sia per quanto riguarda il valore proteico

Il massiccio ricorso alle importazioni, però, ha determinato un abbassamento assolutamente iniquo del prezzo accordato ai produttori, secondo l’organizzazione. Tutto questo proprio negli anni in cui sono cresciuti a dismisura i costi di produzione per i nostri cerealicoltori. E mentre il prezzo del grano italiano ha subito un crollo di 200 euro a tonnellata rispetto al 2022, il costo della pasta e del pane invece è salito ed è tuttora ai livelli più alti dell’ultimo decennio. Senza interventi, denuncia CIA Puglia, gli agricoltori saranno costretti ad abbandonare la produzione per mancanza di redditività. Un ettaro di grano duro ha costi di produzione di circa 1.300 euro per ettaro. Quest’anno la produzione media è stata di circa 1,2 t/ha, con un prezzo di 310 euro a tonnellata, con una PLV media di 372 euro per ettaro. Di fronte a questa situazione non c’è capacità imprenditoriale che tenga. Le aziende falliscono e non hanno neppure la possibilità di programmare le nuove semine.

© Foto: Puglia Verde

Diverse le proposte avanzate dall’organizzazione di categoria a supporto del comparto, a partire dal riconoscimento dello stato di crisi del settore

Chiediamo che le risorse del Fondo Sviluppo Filiere del Decreto Agricoltura siano destinate principalmente ai produttori di grano duro – dichiara Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, in una nota – Che siano attivati strumenti di Credito Agrario con interessi garantiti dallo Stato per affrontare la prossima campagna agraria;  una Moratoria su mutui e finanziamenti in essere; l’esonero del pagamento dei contributi degli operai, dei Coltivatori Diretti e degli Imprenditori Agricoli Professionali per gli anni 2024 e 2025. L’esonero del pagamento del contributo 630 dovuto ai Consorzi di Bonifica. Al fine di poter dare una risposta più concreta e strutturale al settore cerealicolo occorre agire sulla competitività delle imprese agricole e su processi che facilitino le aggregazioni. Occorre inoltre – conclude Sicolo la immediata revisione della Riforma della PAC 2023-2027, fortemente penalizzante per il settore cerealicolo e del grano duro in particolare. Bisogna bloccare il Traffico di Perfezionamento Attivo (TPA, più volte denunciato e mai preso in considerazione), in tempi sufficientemente anticipati rispetto alla raccolta del grano duro”.

 

Condividi:
spot_img
spot_img

Le ultime