25 Ottobre 2024

Agricoltura e transizione digitale, un binomio indissolubile

Il tema è stato al centro di un convegno organizzato a Ortigia, nell’ambito di DiviNazione Expo 2024, da FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura

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Sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale, gestione ottimale delle risorse: il digitale rappresenta un’importante risorsa per affrontare le principali sfide a cui è chiamato il mondo agricolo, primo tra tutti l’incremento della popolazione a livello mondiale che – secondo le stime – dovrebbe raggiungere i 10 miliardi di persone nei prossimi vent’anni. Intelligenza artificiale, robot, sistemi informatici: strategica per lo sviluppo del settore primario risulta l’applicazione di tecnologie cosiddette “next gen” per le lavorazioni agricole, strumenti sempre più sofisticati e precisi che necessitano di figure professionali in grado di sfruttarne al meglio le potenzialità. È quanto emerso nel corso del convengo “Transizione digitale in agricoltura: una sfida ‘di sistema‘”, tenutosi a Ortigia nel contesto della quinta giornata di Expo-DiviNazione, la manifestazione promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in occasione del G7 Agricoltura. Un momento di incontro e confronto organizzato da FederUnacoma, l’associazione che in seno a Confindustria rappresenta i costruttori di macchine agricole. «L’agricoltura si trova ad affrontare sfide epocali che richiedono una gestione altamente scientifica dei fattori produttivi. Il settore della meccanica agricola – ha affermato Mariateresa Maschio, presidente di FederUnacoma nel corso del convegno – è il perno di questo processo, perché le macchine non sono solo “il braccio operativo” del lavoro agricolo, ma sono “la sua “mente” per la capacità di raccogliere ed elaborare una enorme mole di informazioni e di ottimizzare un’attività che risente di variabili di ogni genere, da quelle meteo-climatiche a quelle pedologiche, orografiche e fitosanitarie».

© Foto: Puglia Verde

Minore utilizzo di risorse naturali per un incremento della quantità e qualità delle produzioni agricole grazie all’applicazione delle tecnologie di nuova generazione

«Investire nella digitalizzazione – ha spiegato Giancarlo Bellina, vice presidente Confindustria Siracusaè essenziale per garantire un futuro agricolo sostenibile». Difatti, come ha ricordato a margine del convegno il presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale, «Le trasformazioni che caratterizzano oggi il nostro mondo, sia agricolo che industriale, riguardano anche un nuovo approccio alla digitalizzazione, che oramai investe tutti i comparti dell’economia e della vita delle persone. È una sfida entusiasmante che vede presente e futuro avvicinarsi ad alta velocità fino a sovrapporsi».

La transizione digitale del resto è un obiettivo strategico dell’agenda politica del nostro Paese e dell’Europa. La PAC 2023-2027 prevede tra le sue linee d’intervento prioritarie proprio la modernizzazione dell’agricoltura e delle zone rurali attraverso l’innovazione e la digitalizzazione, incoraggiando gli agricoltori ad applicarle attraverso un migliore accesso alla ricerca, all’innovazione, allo scambio di conoscenze e alla formazione. Tuttavia – come è stato sottolineato dal coordinatore della Rete Rurale Nazionale,Alessandro Monteleone – il sistema produttivo italiano incontra diversi ostacoli. «C’è, in primo luogo, la nota criticità relativa al sottodimensionamento delle aziende agricole – ha spiegato Monteleoneche hanno difficoltà ad investire in macchinari e tecnologie di nuova generazione. Ma ci sono anche le questioni legate alla presenza di efficienti reti infrastrutturali e alla possibilità di accedere alla ricerca e al trasferimento tecnologico».

© Foto: Puglia Verde

In questo scenario la problematica più penalizzante è rappresentata dalla carenza di competenze e di figure professionali in grado di programmare e gestire i sistemi digitali avanzati. Mai come in questo momento il deficit di istruzione e formazione emerge con chiarezza. «Nessun agricoltore, nessun contoterzista o tecnico dell’agromeccanica può infatti gestire i nuovi mezzi e i sofisticati sistemi informatici che li governano senza una preparazione specifica. Esiste oggi una nuova generazione di macchine – ha aggiunto Danilo Monarca, ordinario Meccanica Agraria Università̀ della Tusciama non esiste una nuova generazione di utilizzatori e di tecnici in grado di farle funzionare».

Un importante ausilio per la formazione di operatori agricoli “high tech” è quello fornito dalla tecnologia denominata Simagri, un simulatore per l’agricoltura di precisione realizzato dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). «Simagri è ispirato ai simulatori automobilistici ed è integrato in modo innovativo con le funzioni tipiche della meccanizzazione agricola. Il suo layout – ha detto Paolo Menesatti, direttore Dipartimento Ingegneria e trasformazioni agroalimentari del CREA è generico, cioè non richiama uno specifico modello di trattore, e coniuga la massima semplificazione costruttiva con la facilità di utilizzo e di regolazione oltre che con la verosimiglianza con la cabina di un trattore moderno».

Per superare il deficit formativo – è stato evidenziato in chiusura di lavori – è essenziale agire rapidamente, promuovendo una forte sinergia tra il mondo dell’industria e il sistema dell’istruzione. «La nostra Federazione è parte attiva in questo, e lavora con le istituzioni per favorire un aggiornamento dei piani didattici e dei percorsi formativi, ai vari livelli. Recentemente abbiamo costituito Scuola di alta formazione, l’AFI Accademia che – ha concluso la presidente di FederUnacoma, Mariateresa Maschioinizierà la propria attività il prossimo anno con un’offerta di corsi e seminari in buona parte dedicati proprio ai sistemi digitali in agricoltura».

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