Energia elettrica, mangimi, carburanti: quello zootecnico è tra i settori maggiormente colpiti dall’aumento dei costi di produzione, come emerso dal terzo report del CREA Politiche e Bioeconomia. Un problema all’attenzione delle organizzazioni di categoria che chiedono misure strutturali per assicurare la sopravvivenza al settore. “Dai dati emerge che i costi in stalla sono aumentati del 110 – ha affermato Vincenzo Patruno, presidente Fedagripesca Confcooperative Puglia commentando i dati – “C’è un’aggravante che mi preoccupa molto e che preoccupa tutto il nostro comparto e cioè la carenza anche di foraggio. Noi veniamo fuori da un’annata disastrosa dal punto di vista della siccità: a breve termineranno anche le scorte di foraggio. Questo sarà un altro problema da affrontare, cosa daremo da mangiare agli animali per poter continuare a produrre?”.
Ma se da un lato aumentano i costi di produzione, dall’altro il prezzo del latte resta invariato. “Non c’è stata la capacità di far crescere il prezzo del latte – le parole di Luca Lazzaro, presidente Confagricoltura Puglia – Abbiamo fatto tutta una serie di battaglie, è un tema che è ancora attuale e va assolutamente ripreso. Lo abbiamo detto all’assessore Pentassuglia qualche giorno fa in una riunione che abbiamo tenuto proprio sulla zootecnia. È necessario fare in modo che questo tema torni a essere centrale. Abbiamo chiesto all’assessore di prevedere degli aiuti per quanto riguarda il latte bovino ma anche per quanto riguarda gli altri settori zootecnici, quindi l’ovicaprino e il bufalino”.
Da più parti si chiedono misure strutturali per assicurare la sopravvivenza al settore
Una filiera, quella lattiero-caseario, che avrebbe bisogno di un radicale cambio di passo, come sostenuto anche da Coldiretti Puglia.