Tra le realtà imprenditoriali più antiche che insistono nella zona storica del Salice Salentino, Cantina San Donaci. Eccellenza nel territorio presente alla 55esima edizione di Vinitaly, Cantina San Donaci è stata fondata nel 1933. Una storia di successo che oggi vede coinvolti circa 300 soci e quest’anno spegne le 90 candeline. “Sì, ma per riaccendere con molto piacere e con orgoglio la novantunesima!”, afferma il presidente di Cantina San Donaci, Marco Pagano mostrandoci le novità in esposizione nel quartiere fieristico di Verona. “Questa è una cantina che sicuramente attraverso il suo patrimonio in termini di storia di radici è rappresentativa di un territorio, di un bacino che è quello del Negroamaro, del grande Salento e quindi del Salice Salentino DOP”.
Il Negroamaro è reputato il vitigno più importante all’interno di una gamma ampia e di qualità. “Gli altri vitigni autoctoni sono il Primitivo, la Malvasia nera, ma si è fatto e si sta continuando a fare un lavoro di recupero di vitigni in via di estinzione”, continua Marco Pagano. “In questa direzione noi abbiamo lavorato negli ultimi anni e abbiamo recuperato un vitigno autoctono il Susumaniello, oggi apprezzato vino sia come rosato che come rosso dai nostri consumatori: l’averci creduto ci ha dato ragione”.
Accrescimento della qualità e cura di tutti gli aspetti della filiera produttiva le leve della cooperativa salentina
Al Vinitaly 2023 non mancano le novità della cantina. Innovazione e rispetto della tradizione. “Presentiamo una nuova linea “Assina” che si porta dentro diciamo il Susumaniello rosso e rosato e altri prodotti che sono il Primitivo rosato e il rosso da Negroamaro”. Un autorevole punto di riferimento dell’enologia italiana che assicura un’alta qualità del prodotto grazie alla cura e alla passione che parte dal vigneto e arriva fino al consumatore finale. “Noi siamo anche produttori primari nel senso che, come cantina, curiamo personalmente un numero significativo di ettari di vigneto proprio perché vogliamo non solo assistere e curare i nostri soci produttori conferenti ma farlo anche direttamente. Vogliamo essere protagonisti dall’inizio alla fine cioè dalla pianta, dalla terra alla tavola”.