Impianto a biogas a Terlizzi, respinta la richiesta di sospensiva
L’impianto sarà alimentato prevalentemente da sansa vergine di olive e da sottoprodotti derivanti dalla raccolta e lavorazione di prodotti ortofrutticoli. Soddisfazione espressa da CIA Agricoltura e OP Oliveti di Puglia
Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva del Comune di Terlizzi del provvedimento di autorizzazione concesso dalla Regione Puglia alla Sorgenia per la costruzione di un impianto di produzione di biogas in località Strada Comunale Monte Serino. La decisione del Consiglio di Stato segue quella già espressa dal TAR della Puglia che, con provvedimento del 3 luglio 2023, non ha ritenuto di concedere la sospensiva, mancando il requisito del pericolo imminente.
L’impianto a biogas sarà alimentato con materiale e di riciclo provenienti da agricoltura e allevamento e produrrà biometano
Si tratta di un carburante 100% ecosostenibile, che sostituisce i tradizionali carburanti di origine fossile. La parte solida e liquida dei sottoprodotti agricoli, invece, sarà trasformata in digestato che rappresenta un ammendante naturale per i terreni degli agricoltori locali. La produzione prevista, secondo i dati forniti dalla Sorgenia, è di circa 3.000 tonnellate di bio GNL, 5.600 tonnellate di CO2 liquida, che sarà stoccata e utilizzata per usi agricoli e industriali e oltre 70.000 tonnellate di concimante naturale. L’impianto sarà alimentato prevalentemente da sansa vergine di olive e da sottoprodotti derivanti dalla raccolta e lavorazione di prodotti ortofrutticoli. Lo spazio occupato, 4 ettari in area agricola, comporterà la rimozione di circa 400 olivi che verranno comunque sostituiti da nuovi alberi, spiega la società, come richiede l’ispettorato agricolo. Molti degli ulivi saranno riposizionati ai confini della struttura per mitigarne la visibilità. Altri saranno donati al Comune per valorizzare aree urbane degradate.
Soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato è stata espressa da CIA Agricoltura e OP Oliveti di Puglia, che a tempo sostengono la necessità di un impianto che garantisca una soluzione sostenibile per lo smaltimento della sansa prodotta dai frantoi.