29 Gennaio 2025

Agroalimentare, Italia terza nell’Unione Europea per valore alla produzione

Presentato il rapporto di ISMEA sulla competitività del comparto. Italia seconda in UE per produzione di vino e olio d'oliva. Resta leader incontrastata nell'industria pastaria

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La siccità ha peggiorato la competitività dell’Italia nel settore agricolo, mentre la produzione industriale è cresciuta a un ritmo superiore all’UE e all’Eurozona: è quanto emerge dal Rapporto ISMEA sull’agroalimentare italiano. La prima edizione dello studio condotto dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, rivolto ad analizzare le performance del settore nel contesto europeo e mondiale, è stata presentata a Palazzo Merulana, alla presenza del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e dei presidenti delle principali sigle associative dell’intera filiera.

© Foto: Puglia Verde

Nel decennio 2012-2022 l’industria alimentare italiana è cresciuta ma l’agricoltura ha vissuto annate sfavorevoli in successione

La causa va ricercata soprattutto nell’andamento climatico: il 2022, infatti, è stato l’anno più caldo e meno piovoso da quando vengono monitorati i dati meteoclimatici in Italia. Circostanza, questa, che ha provocato la retrocessione dell’Italia dalla seconda alla terza posizione nella graduatoria europea della produzione agricola, dopo Francia e Germania. Ma, soprattutto, nel 2021, è passato alla Francia il primato del valore aggiunto, mantenuto quasi ininterrottamente dal nostro Paese nel corso del decennio.

© Foto: Puglia Verde

Sale, invece, il peso dell’Italia nella produzione di vino, pari al 37%, al secondo posto dopo la Francia, primo produttore della Ue con il 43%. Siamo secondi anche per produzione di olio d’oliva, con il 33%, dopo la Spagna. Anche per la frutta, con il 18% della produzione dell’UE, l’Italia fronteggia la forte concorrenza della Spagna, che ne copre il 28%. Il peso dell’Italia sulla produzione agricola dell’UE è pari complessivamente al 14%. Ma soprattutto, emerge dal rapporto, l’Italia conferma la sua vocazione alle attività secondarie e ai servizi in agricoltura, che insieme rappresentano il 18% della produzione agricola nazionale e che ribadiscono la sua leadership in Europa sul fronte della diversificazione e multifunzionalità del settore agricolo.

Trend in miglioramento rispetto ai principali partner, invece, per l’industria alimentare, che vede l’Italia posizionarsi al terzo posto nella graduatoria dei paesi UE, con il 12% del valore aggiunto totale, dopo la Germania e la Francia. L’ Italia resta leader incontrastato nell’industria pastaria, con oltre il 73% del fatturato dell’UE e con un ruolo di rilievo nel vino (28%), nei prodotti da forno e biscotti (21%), nonché negli ortofrutticoli trasformati, nell’industria del caffè, del tè e delle tisane e nell’industria molitoria e del riso, con un peso analogo, pari al 17% del fatturato europeo.
Analizzando l’insieme dei settori della produzione agricola e della trasformazione industriale, nel 2022 il valore aggiunto della filiera agroalimentare è arrivato a 64 miliardi di euro. Inglobando le fasi della distribuzione e ristorazione, e considerando anche e i servizi e le attività necessari per far arrivare i prodotti dal campo alla tavola, la stima del peso dell’agroalimentare sul Pil supera il 15,2%.
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