1 Febbraio 2025

Via libera da Bruxelles alle Comunità Energetiche Rinnovabili

Legacoop Puglia, soddisfazione per il provvedimento ma dubbi sulla maggiorazione della tariffa incentivante per le regioni del Centro e del Nord

Più visti

Via libera dalla Commissione Europea al decreto italiano di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Il provvedimento propone incentivi e un contributo a fondo perduto per la costituzione delle cosiddette Comunità Energetiche Rinnovabili, le CER. “Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia”, commenta il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

© Foto: symbiot/shutterstock

La misura prevede incentivi per 5,7 miliardi, dei quali 2,2 finanziati con il PNRR

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono costituite da un insieme di soggetti che sfruttano l’energia rinnovabile creata in loco per equilibrare i consumi della rete nazionale. All’interno delle CER ci sono, infatti, cittadini, condomini, ma anche associazioni, piccole e medie imprese. Quindi, sia i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili che i consumatori. Due le misure su cui è incentrato il decreto italiano. La prima è una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa. La seconda è un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.
 

È inoltre previsto per le Comunità realizzate nei comuni sotto i 5.000 abitanti, un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal PNRR, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt. Il contributo a fondo perduto potrà di essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

© Foto: Puglia Verde

I benefici previsti – spiega una nota del MASE – riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse

Per le CER, i destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi. La potenza dei singoli impianti non può superare il Megawatt. Il primo passo per la costituzione della CER è l’individuazione dell’area interessata alla costruzione dell’impianto e della cabina primaria. Si passa, poi, all’atto costitutivo della Comunità. Il sodalizio dovrà avere come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Il soggetto gestore della misura è il GSE, che valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi.

“Dopo tanta attesa, esprimiamo grande soddisfazione per il via libera della Commissione Europea al decreto italiano sull’incentivazione della nascita di comunità energetiche che come sosteniamo da tempo, rappresentano una grande opportunità per i territori e per i cittadini.” Commenta in una nota il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo. “Finalmente – continua Rollo – la produzione dell’energia è delegata al protagonismo delle persone. Le cooperative, come si legge nel decreto, sono soggetti beneficiari, e non v’è dubbio che faremo la nostra parte, perché nel valore delle comunità energetiche ci crediamo da sempre, da quando non ci credeva nessuno.” La realizzazione di comunità energetiche contribuirà a ridurre lo spopolamento nei comuni delle aree interne e per effetto di ciò a creare su quei territori nuovi servizi, secondo il presidente regionale di Legacoop. Che però sollecita il Governo a fare chiarezza su un punto. “Perché – chiede Rollo – il provvedimento prevede una maggiorazione della tariffa incentivante per le regioni del centro ( 4 euro/MWh) e per il nord ( +10 euro/MWh)%. Sono certo che ci sarà una spiegazione, chiediamo solo di conoscerla”.

Condividi:
spot_img
spot_img

Le ultime