In Puglia, Calabria e Sicilia la raccolta di olive può essere considerata abbastanza soddisfacente, anche se la prolungata siccità ha ridotto i quantitativi. Contenuti gli attacchi di fitopatie. Lo sottolinea in una nota Confagricoltura che a Roma ha siglato un’intesa con Unapol, l’Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli. Obiettivo, contribuire ad aumentare la produzione oleicola italiana e la commercializzazione del prodotto di origine nazionale e dell’olio extravergine 100% made in Italy, migliorando la redditività delle imprese.
Hanno firmato l’accordo a Palazzo della Valle i presidenti di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e di Unapol, Tommaso Loiodice
Sottolinea la necessità di “fare squadra”, Tommaso Loiodice, presidente di Unapol che rappresenta 17 Organizzazioni di Produttori di Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia. “Questo accordo – spiega Loiodice – vuole dare maggiore forza e aprire scenari di crescita, miglioramento e sviluppo delle politiche innovative e propositive per il settore. Bisogna fare squadra, proteggere questo prodotto e questo valore senza cadere nel tranello di tornare, da qui a breve, a un sotto-riconoscimento del valore stesso dell’extravergine di oliva, considerando anche i costi di produzione aumentati e le nuove sfide sul piano climatico, che impongono maggiori dispendi. Per fortuna il mercato oggi inizia a comprendere le tre direttrici fondamentali che sono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica per le imprese olivicole, così anche, poco per volta, il giusto valore del prodotto finale”.
Guardando all’analisi del comparto fornita da Confagricoltura, l’Italia è il secondo produttore al mondo di olio di oliva dopo la Spagna, il primo consumatore, il primo importatore e il secondo esportatore con un ruolo da leadership a livello internazionale. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale, la Spagna il 45%. Insieme rappresentano anche la quasi totalità delle esportazioni mondiali (60% la Spagna e 20% l’Italia). In Italia, si legge ancora nella nota, al 30 settembre c’erano 153.970 tonnellate, con riduzione di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo andamento si riflette necessariamente sui prezzi che, anche per questo fattore, sono più alti: in alcune piazze di scambio l’olio extravergine italiano ha infatti superato i 9 euro al kg.