Con un fatturato che supera i 18 miliardi di euro, il settore lattiero-caseario è il primo comparto dell’industria alimentare italiana. Le imprese del settore occupano più di 35.000 lavoratori (ben più di 100.000, se consideriamo l’indotto) e creano ricchezza in tutte le regioni del Paese. E’ quanto è stato sottolineato nella presentazione della proposta di legge n. 1619 sul cosiddetto ‘milk sounding‘, primo firmatario l’on. Mirco Carloni, che prevede sanzioni da 3mila a 24mila euro per chi usa la parola “latte” o altre denominazioni di prodotti lattiero-caseari per prodotti ottenuti da ingredienti vegetali. Una filiera, quella lattiero-casearia, sempre più attenzionata anche in Puglia, come dimostrato anche dalla costituzione nel 2023 del Distretto a essa dedicato.
La denominazione «latte» e le denominazioni dei prodotti lattiero-caseari sono tutelate dalla normativa europea
Il regolamento UE 1308/2013, infatti, vieta l’utilizzo di termini quali “latte”, ma anche “formaggio”, “yogurt” o “burro”, per bevande o altri prodotti ottenuti da ingredienti di origine vegetale. L’Italia, però, non ha, fino a ora, introdotto specifiche misure sanzionatorie per la violazione delle disposizioni contenute nel regolamento. La proposta di legge ha proprio la finalità di prevedere sanzioni per “l’impiego abusivo o illecito della denominazione di «latte» e delle denominazioni dei prodotti lattiero-caseari nelle etichette, nella presentazione e nella pubblicità di prodotti diversi da quelli ai quali tali denominazioni sono riservate.”
Due gli articoli che compongono la proposta di legge. È soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 3.000 a euro 24.000 euro “chiunque prepara, produce, confeziona, detiene, vende, pone in vendita, mette in commercio, cede a qualsiasi titolo o pubblicizza con qualunque mezzo prodotti alimentari utilizzando denominazioni che usurpano, imitano o evocano la denominazione di «latte» o le denominazioni di prodotti lattiero-caseari in violazione delle disposizioni dell’allegato VII al regolamento (UE) n. 1308/2013.” È previsto anche il sequestro della merce e di ogni materiale o supporto “mediante il quale è commessa la violazione ai fini della loro confisca e distruzione.”
Non solo. La proposta di legge prevede che “le disposizioni si applicano anche qualora le denominazioni di cui al primo periodo siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che specificano l’origine vegetale del prodotto o siano accompagnate da locuzioni negative.”