25 Ottobre 2024

Pesca, nel 2030 potrebbero essere importati 9 prodotti su 10

L’allarme dell'Alleanza delle Cooperative italiane della pesca. Al tavolo tecnico convocato al MASAF, presentate le misure per rilanciare il settore, che in Puglia annovera una delle flotte più importanti d’Italia

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La flotta dei pescherecci italiani si è ridotta di un quinto nell’ultimo decennio e, di questo passo, nel 2030 oltre 9 prodotti ittici su 10 sulle tavole degli italiani potrebbero essere di importazione, per mancanza di imprese e di lavoratori della pesca. Sono i dati resi noti da Alleanza delle Cooperative Pesca e Acquacoltura, che a Roma ha partecipato al tavolo di confronto convocato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali di settore, per fare il punto sulle politiche europee relative alle azioni di rilancio del comparto della pesca e dell’acquacoltura.

© Foto: Puglia Verde

Il comparto ittico in Puglia fattura oltre 350 milioni di euro pari al 18% della produzione nazionale

Secondo i dati forniti dalla Regione Puglia, nell’ambito del progetto “Appesca”, la flotta operante lungo le coste pugliesi è costituita da circa 1.500 imbarcazioni. Valori che mettono in evidenza la particolare vocazione produttiva della Puglia nella pesca e nell’acquacoltura.

Negli ultimi anni, però, si è pescato sempre meno in Italia, dove è diminuito il numero dei pescatori di circa il 16%, per altro sempre meno giovani, e si è assottigliata la flotta. Secondo i dati forniti da Alleanza Cooperative della Pesca, infatti, “l’età media dei pescherecci italiani è di 31 anni, mentre la flotta si è ridotta di oltre il 20% nell’ultimo decennio e i giorni di pesca del 30%. Dati che richiedono un “cambio di rotta” della Politica Comune della Pesca, con interventi di sviluppo e rilancio, secondo le organizzazioni di categoria che hanno posto all’attenzione del ministro suggerimenti e criticità, che saranno affrontati nei singoli tavoli tecnici che verranno attivati dalla Direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del MASAF.

© Foto: Puglia Verde

Dalla richiesta di impugnare il nuovo regolamento europeo sui controlli, considerato troppo vessatorio nei confronti del ceto peschereccio, agli incentivi per l’acquisto di nuove imbarcazioni, soprattutto per i pescatori più giovani, dall’estensione alla pesca marittima del regime speciale IVA agricola al rifinanziamento del credito di imposta, tra le proposte formulate da Alleanza Cooperative. Un comparto che negli ultimi anni ha registrato un calo del 40% delle marinerie, ha spiegato il Ministro Lollobrigida, sostenendo che proprio l’Italia è il paese più penalizzato dalle norme UE.

Di qui la necessità di “uscire dalla dicotomia pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico” ha aggiunto Lollobrigida, ricordando le azioni intraprese a livello nazionale, come la modifica della legge 102 nell’ultima legge di Bilancio, provvedimento con il quale i pescatori sono stati posti sullo stesso piano degli agricoltori all’interno del sistema di produzione, i fondi stanziati per l’emergenza del granchio blu di oltre 13 miliardi, e la possibilità di ottenere la proroga delle operazioni creditizie. L’Italia, inoltre, ha annunciato il ministro dell’Agricoltura, farà ricorso alla Corte di Giustizia europea contro il Regolamento controlli.

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