25 Ottobre 2024

Grano, blitz della Coldiretti Puglia al porto di Bari

Il presidio organizzato dall’organizzazione regionale: scende del 40% il prezzo riconosciuto agli agricoltori per la materia prima mentre la pasta sugli scaffali cresce del 14%

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Sono centinaia – riferiscono gli organizzatori – gli agricoltori che hanno preso parte al presidio organizzato da Coldiretti Puglia presso il porto di Bari per dire stop all’import del grano dal Canada, cresciuto di 9 volte nel 2023 secondo l’organizzazione di categoria. A essere denunciato da Coldiretti Puglia, il crollo del prezzo del grano duro che segna un – 40% rispetto a un aumento del costo della pasta sugli scaffali pari al +14%.

Secondo un’analisi di Coldiretti su dati Istat, le importazioni di grano duro dal Canada sono cresciute nei primi due mesi del 2023 del +747%, passando da 33,8 milioni di chili dello scorso anno ai 286,2 milioni attuali. In Canada il grano – precisa la Coldiretti – viene coltivato utilizzando glifosate in preraccolta come disseccante, secondo modalità vietate in Italia.

Striscioni alla mano, gli agricoltori di Puglia, principale produttore italiano di grano, hanno protestato dinanzi a ‘Varco Vittoria’, all’uscita dal porto di Bari dei tir carichi di grano. Alla vigilia della raccolta del grano in Puglia è necessario adeguare le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione, sottolinea la Coldiretti regionale che ritiene inaccettabile che il grano duro nazionale necessario per produrre la pasta, il cui costo è sensibilmente aumentato come rilevato dall’Istat nel mese di maggio, venga sottopagato agli agricoltori.

© Foto: Puglia Verde

La pasta – sottolinea la Coldiretti Puglia – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua. Non trovano alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni

Una distorsione – si legge nella nota stampa di Coldiretti Puglia – che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 1,50 a 2,3 euro al chilo, mentre le quotazioni del grano sono in caduta libera. Una anomalia di mercato sulla quale – sostiene la Coldiretti – è bene fare chiarezza anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle  aziende. Garantire che le importazioni di prodotti da Paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee, ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, gli obiettivi da perseguire secondo Coldiretti Puglia. L’organizzazione auspica inoltre la riattivazione della Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attività in via sperimentale si è sospesa nell’ottobre del 2022.
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