25 Ottobre 2024

Granaio Italia, a un passo dall’attivazione

Tavolo tecnico al Ministero dell’Agricoltura con gli attori della filiera sul Registro Telematico nazionale delle produzioni cerealicole

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La data ufficiale sarà resa nota nei prossimi giorni, ma da quanto si apprende, l’attivazione del Registro Telematico dei cereali, meglio conosciuto come Granaio Italia, dovrebbe vedere la luce la prossima estate. È quanto emerso dal tavolo convocato al Ministero dell’Agricoltura dal sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, per individuare soluzioni condivise che consentano di ottimizzare la norma e procedere rapidamente all’applicazione del Sistema Telematico di registrazione delle operazioni di carico e scarico dei cereali. Hanno preso parte all’incontro i diversi attori della filiera cerealicola italiana interessati dalla normativa.

© Foto: Puglia Verde

Obiettivo della legge, approvata nel 2020, è garantire maggiore trasparenza sulla provenienza dei cereali di produzione nazionale

Sul Registro Telematico Nazionale saranno riportate le giacenze detenute a qualsiasi titolo da imprese agricole, cooperative, consorzi, imprese commerciali, imprese di importazione e imprese di prima trasformazione. Le registrazioni sul SIAN, il Sistema informativo agricolo nazionale, dovranno essere effettuate dagli operatori che detengono, acquistano, vendono, cedono un quantitativo, del singolo prodotto, superiore a 30 tonnellate annue. Una norma che punta, non solo alla tracciabilità dei grani italiani, ma anche a ridurre la volatilità dei prezzi favorendone la stabilità.

Calano ancora infatti le quotazioni del grano, e questo nonostante la carenza di prodotto nazionale, considerato che l’Italia importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Con il prezzo del grano duro sceso a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto – secondo le stime della CIA Agricoltori italiani – a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga superiori ai 1.400 euro a ettaro.

© Foto: Puglia Verde

Occorre fissare un prezzo minimo dei cereali, che consenta di coprire i costi di produzione, diventati ormai insostenibili”, spiega i microfoni di Puglia Verde Michele Garruto, imprenditore agricolo di Rocchetta Sant’Antonio, secondo cui il Registro Telematico “potrebbe essere il punto finale, ma non basta. Occorre andare oltre e difendere a monte il grano italiano con una certificazione, per garantire trasparenza lungo tutta la filiera. Quando si parla di pasta italiana, per esempio, – secondo l’imprenditore agricolo – non basta certificare la produzione, ma occorre che sia certificata anche la materia prima. Perché sia davvero un prodotto fatto con il 100% di grano italiano”.

Anche per Leonardo Petruccelli, che a San Severo coltiva e produce cereali e farine biologici, monitorare le produzioni può essere una risposta alla crisi del settore cerealicolo ma “in un contesto globalizzato occorre puntare sulla qualità dei grani e della lavorazione, come il recupero delle varietà antiche locali, anche per dare il giusto valore al prodotto e limitare gli sprechi alimentari.”

L’istituzione del Registro Telematico è sicuramente utile,” secondo Matteo Paciletti, agronomo e imprenditore agricolo di Cerignola, ma “è necessario anche tenere sotto controllo le importazioni di grani esteri che arrivano nei porti italiani di cui non sempre è chiara la provenienza.”

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