3 Febbraio 2025

Festa di San Giuseppe, la tradizione sulle tavole pugliesi

A Minervino di Lecce seconda edizione di “Borghi divini tra Santi, fiabe e megaliti”, manifestazione organizzata in collaborazione con il "Mercatino del Gusto", in occasione del tradizionale evento

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La festa di San Giuseppe, tra religiosità e folklore, segna la fine dell’inverno e l’avvento della primavera. Ai tradizionali falò che, bruciando i rigori della stagione fredda, rimandano all’auspicio di una fruttuosa annata agricola, si accompagnano antichi riti di convivialità, espressione della ricca tradizione enogastronomica pugliese. Come le Tavole di San Giuseppe, antica usanza che richiama un passato in cui le famiglie benestanti erano solite offrire un banchetto ai più bisognosi. Una consuetudine riproposta per il secondo anno consecutivo dal Comune di Minervino di Lecce che, in collaborazione con l’associazione il “Mercatino del Gusto”, ha organizzato dal 17 al 19 marzo la manifestazione “Borghi divini tra Santi, fiabe e megaliti”. Una tre giorni tra fede e tradizione, momenti di gusto, riflessioni e musica, ideata con il duplice obiettivo di salvaguardare le tradizioni locali e destagionalizzare i flussi turistici.

© Foto: Puglia Verde

Nei secoli scorsi nel giorno di San Giuseppe le famiglie più agiate di Minervino di Lecce erano solite regalare il piacere di una tavola imbandita alle persone meno fortunate del paese

L’usanza prevede la preparazione di 169 piatti, esattamente 13 pietanze per 13 santi, il numero ideale dei partecipanti alla celebrazione: la pasta fresca di grano duro con ceci e cavoli, ovvero la massa (che nella frazione di Cocumola diventa vermiceddri), i lampascioni sott’olio – a rappresentare l’imminente passaggio dall’inverno alla primavera – e ancora le pittule, le verdure lesse, il baccalà, il pesce fritto e molto altro. Le stesse specialità che sono state preparate anche quest’anno nelle case di Minervino di Lecce e nelle frazioni di Cocumola e Specchia Gallone, e offerte il pomeriggio del 18 e la mattina del 19 marzo, giornata clou dei festeggiamenti.

Alcune di queste prelibatezze sono inserite nell’elenco dei PAT della Puglia, i Prodotti Agroalimentari Tradizionali, in cui figurano diversi piatti legati proprio alla ricorrenza del 19 marzo.

© Foto: Puglia Verde

Con 365 PAT, di cui 16 aggiunti nel 2024, la Puglia è la sesta regione in Italia per numero di Prodotti Agroalimentari Tradizionali

Si tratta di prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo e praticate sul territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai venticinque anni. Molti di questi sono legati a ricorrenze e festività religiose. Come focaccia di San Giuseppe di Gravina,U Rùcchele”, in dialetto gravinese. È una sorta di calzone, o pizza ripiena, preparato con semola di grano duro, farcito con cipolle sponsali, uvetta e alici sotto sale o sottolio. Viene poi arrotolato e forma di spirale.

È tipico del Salento, invece, il Fucazzieddo cu la mustarda ti cucùzza, la crostata con la confettura di zucca, che si prepara nelle zone a sud di Taranto della provincia di Lecce, località in cui è maggiormente sentita la festività di San Giuseppe. È un dolce di pasta frolla preparato con olio extravergine di oliva e aromatizzato con il pepe. La “mostarda” di zucca è arricchita con mandorle, noci, uvetta, buccia di agrumi, cannella e altre spezie. Considerata la vicinanza tra le due feste, il dolce viene preparato anche durante la Pasqua, apportando, però, delle piccole modifiche alla confettura che, in altre zone viene realizzata con frutti diversi.

«San Giuseppe nun ci passa senza ciceri cu la massa». Il detto popolare introduce il piatto tradizionale del 19 marzo, considerato il simbolo della cucina salentina: Ciciri e Tria. La ‘tria’ è una tagliatella, un po’ più spessa e irregolare, fatta con farina di grano duro integrale, spesso con aggiunta di orzo o farro. Viene impiattata con i ceci, cotti a fuoco basso e con diversi odori, e una parte della tria fritta in olio d’oliva, i cosiddetti “frizzuli”.

Scopri l’edizione 2024 di “Borghi divini tra Santi, fiabe e megaliti”, nel video in allegato attraverso le interviste a Salvatore Santese, presidente “Mercatino del Gusto”, Ettore Caroppo, sindaco di Minervino di Lecce, Michele Bruno, ideatore “Mercatino del Gusto” e Alessandra Fieramosca, cuoca itinerante.

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