25 Ottobre 2024

Xylella Fastidiosa, dai progetti alla ricerca applicata

Scienziati a confronto per due giorni nell’evento divulgativo organizzato tra Bari e Gagliano del Capo dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche

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Una intensa due giorni per fare il punto della situazione su quello che è considerato uno dei più gravi eventi fitosanitari verificatosi in Italia negli ultimi anni, l’epidemia causata dalla Xylella Fastidiosa in Puglia. Organizzata dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’iniziativa, che ha preso il via giovedì 23 maggio a Bari, ha permesso fare il punto sull’evoluzione dell’epidemia e sulla comparsa di nuovi focolai in Puglia, ma anche di analizzare, tra le altre cose, le innovazioni nella diagnosi e le strategie per il controllo degli insetti vettori.

© Foto: CNR-IPSP

A confronto importanti gruppi di ricerca impegnati nella lotta alla diffusione della Xylella Fastidiosa

«È stata un’occasione per presentare e mettere a confronto alcuni dei principali progetti di ricerca che sono stati avviati e che sono in corso. Una buona occasione per un confronto tra consorzi di ricerca diversi – ha dichiarato ai microfoni di Puglia Verde, Donato Boscia, dirigente di ricerca del CNR – Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – utile a evitare o limitare il più possibile eventuali ripetizioni e sovrapposizioni e aiutare a rendere complementari tra loro le azioni svolte nei diversi gruppi. Siamo soddisfatti anche del fatto di aver avuto l’attenzione e la partecipazione delle autorità regionali che continuano a dimostrarsi attente alle attività che stiamo svolgendo, in conseguenza delle quali abbiamo avuto ultimamente, ad esempio, l’allargamento della gamma di piante ospiti fino ad ora vietate e che ora possono essere impiantate, come per esempio l’olivo Leccio del Corno e Lecciana, o specie aromatiche e ornamentali come il rosmarino, l’alloro o il mirto. Tutte piccole conquiste che aiutano a dirigersi, per quanto possibile, verso una situazione di normalità».

© Foto: CNR-IPSP

Dalla teoria alla pratica: organizzata una visita tecnica presso una stazione di ricerca applicata a Gagliano del Capo

Nella mattinata di oggi, i ricercatori hanno visitato la realtà realizzata presso il Frantoio “Forestaforte”. «Abbiamo presentato ai colleghi – continua Donato Bosciaquesta base operativa nata in maniera spontanea in questi anni grazie al supporto di diversi gruppi di interesse, tutti funzionali alla linea di ricerca più intensa che perseguiamo, ovvero lo sviluppo di varietà di olivo resistenti al batterio».

Un esempio virtuoso di concreta collaborazione tra ricercatori e stakeholder nata dalla necessità di dover sviluppare sperimentazioni su Xylella in condizioni naturali di infezione e al contempo con garanzie di sicurezza fitosanitaria per l’ambiente esterno. Presso il frantoio dell’azienda agricola Melcarne è stata realizzata una base operativa per i ricercatori del CNR-IPSP e quindi per i consorzi di ricerca nazionali ed europei che attraverso il CNR-IPSP contribuiscono direttamente allo sviluppo di attività di ricerca che, altrimenti, non potrebbero essere sviluppate altrove, a causa del rischio fitosanitario correlato alla manipolazione del batterio al di fuori della zona infetta. A essere realizzati campi e strutture idonee per l’allevamento delle piante, con diverse finalità sperimentali: una serra di 110 m², realizzata con una raccolta fondi promossa da Andreas Metz, Direttore della rivista tedesca “Merum” utilizzata per moltiplicare e allevare le piante in condizioni ottimali di temperatura; una serra a rete (screen-house) realizzata con una raccolta fondi della Onlus “Save the Olives” di cui è testimonial Helen Mirren, per allevare in condizioni protette e isolate dall’ambiente esterno olivi con promettenti caratteristiche agronomiche e di resistenza, garantendone la sanità per Xylella e altri parassiti; una camera climatica di 24 m² realizzata con un progetto finanziato da UNAPROL – Consorzio Olivicolo Italiano, per lo sviluppo di test rapidi di patogenicità; uno spazio attrezzato con piccole celle climatiche (fitotroni) utilizzate per gli esperimenti con gli insetti vettori, non autorizzati altrove e un campo sperimentale per la selezione di piantine ottenute da incrocio.

© Foto: Puglia Verde

Il frantoio, inoltre, funge da base operativa del progetto “XDD – Xylella Detection Dogs”, che vede coinvolti l’Ente nazionale della Cinofilia italiana (ENCI), l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP), UNAPROL e Coldiretti nell’addestramento e impiego di unità cinofile nel rilevamento precoce di Xylella fastidiosa.

«E’ un progetto impegnativo e ambizioso che comporta purtroppo dei tempi medio-lunghi su cui però un gruppo abbastanza numeroso di ricercatori, anche e non solo del nostro Istituto – conclude Boscia – è impegnato con convinzione e passione».

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