La Puglia è tra le destinazioni preferite dai viaggiatori del gusto. È quanto emerso dalla nuova edizione, la settima, del Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano, lo studio annuale ideato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, e realizzato da Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, presentato a Parma. Il Tacco d’Italia, infatti, si classifica al terzo posto tra le destinazioni enogastronomiche già visitate dagli italiani (30,1%), preceduto da Toscana (39,9%) ed Emilia-Romagna (30,8%). Secondo posto, invece, per la Puglia se si guarda alle intenzioni di viaggio (31,4%), preceduta solo dalla Toscana (33,9%).
Il turismo enogastronomico continua a crescere a doppia cifra
I dati del Rapporto certificano che si è ulteriormente consolidato il legame tra gli italiani e il viaggio alla ricerca di cibo, vino, olio e tutte le altre tipicità agroalimentari del territorio italiano. Il 70% degli intervistati dichiara infatti di aver svolto almeno una vacanza negli ultimi tre anni con questa motivazione primaria: le risposte evidenziano un +12% sul 2023 e +49% sul 2016. E mentre il turismo domestico generalista ha segnato un calo nel corso dell’ultima stagione estiva, quello enogastronomico non ha deluso, anzi: c’è un ampio bacino di domanda, stimato in 14,5 milioni di potenziali turisti del gusto, che opta prevalentemente per mete domestiche (64%). L’enogastronomia è tra le esperienze più desiderate anche per i turisti europei. Il 15,3% della popolazione del Vecchio Continente (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) ha intenzione di affrontarle nei viaggi in programma per questa stagione invernale, a prescindere dalla tipologia di viaggio (mare, city break, culturali e outdoor).
Individuati cinque nuovi profili, motivazioni e interessi che accomunano i viaggiatori alla ricerca dell’enogastronomia in viaggio
Il gruppo più numeroso è quello dei Ricercatori (42,1%), che viaggiano per provare nuove esperienze enogastronomiche, entrare in contatto con la comunità locale e immergersi nella cultura della meta visitata. Seguono i Festaioli (23%), turisti che si avvicinano con una certa “leggerezza” all’enogastronomia, vista come una “scusa” per stare in compagnia e divertirsi. Ancora, gli Intellettuali (19%), il cui motto è “viaggiare per arricchire il proprio bagaglio culturale”, mentre l’11,5% è rappresentato dai Figli dei Fiori, che vedono nel viaggio enogastronomico un’occasione per pensare al proprio benessere psico-fisico e volersi bene. Infine, gli Edonisti (4,3%), che decidono di compiere un viaggio enogastronomico per concedersi un lusso.
Il prodotto più rappresentativo dell’Italia in ambito agroalimentare è il vino con il 38,1% delle preferenze
Seguono l’olio extravergine di oliva (24%), la pizza (22%), la pasta (15%) e i formaggi (11%). Analizzato in collaborazione con collaborazione con Economics Living Lab, spin-off dell’Università di Verona, anche l’impatto economico e sociale che nel 2023 ha raggiunto un valore di oltre 40 miliardi di euro – di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto – con un rapporto benefici/costi pari a 6,9, confermandosi importante per l’economia italiana, con un forte potenziale di crescita, si legge in una nota, e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito.