25 Ottobre 2024

Zootecnia e aumento dei costi

Sono oltre 130 le stalle chiuse negli ultimi 2 anni. A denunciarlo UCI Puglia: la siccità unitamente ai rincari delle materie prime sta mettendo in ginocchio il settore

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Il futuro delle stalle sembra sempre più a rischio. Dopo la crisi del prezzo del latte, il comparto si è trovato a fare i conti con il continuo aumento dei costi delle materie prime e dei rincari energetici, particolarmente pesanti per le realtà zootecniche. “I prezzi sono aumentati nonostante la passione, con la passione si tira avanti ma i prezzi mettono in difficoltà il tutto”. A esprimere forte preoccupazione per il futuro è Daniele Benedetto, giovane allevatore di Gioia del Colle, nel Barese.

Quali sono i principali problemi che sta riscontrando?

“Il rincaro di qualsiasi materia prima e anche i vari prodotti acquistati per la pulizia degli impianti, qualsiasi fornitura, anche i metalli per le costruzioni, la corrente”.

Refrigeratori, mungitrici meccaniche, attrezzature per la pulizia e il lavaggio fanno delle stalle, insieme alle serre, le imprese tra le più energivore del comparto agricolo. A gravare sul settore, le conseguenze del conflitto russo ucraino. “Sono sicuramente gli aumenti dei costi di produzione che abbiamo avuto negli ultimi periodi, in ultimo oltre ai mangimi, abbiamo avuto dei notevoli aumenti nella vendita del prodotto, quale paglia e foraggio – ci riferisce Vito Laterza, coordinatore UCI Puglia –  Se un quintale di foraggio a giugno nel periodo di raccolto, dopo un periodo siccitoso costava 18 euro, adesso siamo sui 28 euro. Mentre la paglia è passata da 10 euro a 17. Tenuto conto che stanno finendo le scorte sul territorio e probabilmente a breve avremo altre crisi dovute proprio alla mancanza di prodotto”.

Quanto hanno influito le condizioni climatiche verificatesi lo scorso anno in Puglia?

“Sicuramente l’impatto è tantissimo in quanto la produzione è stata scarsa e quindi i costi di produzione sono aumentati tantissimo e non c’è prodotto”.

Guardando ai rincari energetici a quanto ammontano gli aumenti?

“Gli aumenti si attestano intorno al 100%, ci sono anche altri aumenti della stalla legati al cosiddetto benessere animale, in quanto i prodotti per il lavaggio della sala di mungitura piuttosto che le mammelle, sono anche loro triplicati, quindi l’azienda di fatto non ce la fa a essere sostenibile”.

Le stalle pugliesi nei mesi scorsi hanno dovuto affrontare anche la questione del prezzo del latte. Come stanno oggi le cose?

“Il prezzo del latte negli ultimi tre mesi – ottobre, novembre e dicembre – si è stazionato intorno ai 60 centesimi, speriamo con il tempo resti tale. Ma con gli aumenti dei costi di produzione 60 non bastano”.

© Foto: Puglia Verde

Secondo l’analisi del CLAL su dati ISTAT, in Puglia si è passati dai 104.377 capi di bovini da latte del 2018 a 78.839 capi nel 2021. 266, secondo Coldiretti Puglia, le stalle del territorio regionale che hanno chiuso negli ultimi 3 anni

Per provare ad arginare la crisi, innescata da molteplici fattori, sono stati previsti alcuni provvedimenti a sostegno del settore. Da ultimo lo stanziamento di 7,5 milioni di euro in favore del comparto zootecnico pugliese attraverso il bando della Misura 22 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2014-2022. Un contributo a carattere straordinario rivolto alle imprese agricole operanti nei settori della produzione di carne bovina, bufalina, ovicaprina e di latte bufalino o ovicaprino

 Cosa vi aspettate a sostegno del settore?

“Le richieste sono tante – prosegue Vito Laterza –  Non basta sicuramente il 20% dei crediti di imposta sui carburanti dell’ultimo trimestre, ma serve una declaratoria nazionale del settore, quantomeno un credito di imposta del 50% sui carburanti, per poi passare a un sostegno economico sempre costante, perché il settore è in seria crisi e sono tantissime le stalle che pensano di chiudere, oltre 130 stalle chiuse negli ultimi due anni”.

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